Il mio percorso in Marocco sapeva subito di piccolo passaggio, durata di 20 giorni, ma un certo pessimismo mi diceva che questo tempo era troppo breve per conoscere realmente il paese.

La spedizione culturale prevedeva un giro in senso orario partendo da Rabat, il centro del paese, su verso nord, l'alto Atlante proseguendo poi verso sud quasi in Mauritania, in ultimo la risalita della costa. Convinto che non avrei portato via con me un progetto convincente, iniziai il viaggio. Tanta strada e la possibilità di incrociare questo paese fondamentale, molti luoghi da visitare nel programma, ma cosa raccontare? 

La strada era il limite e allo stesso tempo il mezzo pratico per conoscere questo paese, subito mi resi conto che serviva me come a loro, lavoro facevamo io, lavoro anche loro. Mi affeziono presto all'umanità laboriosa, organizzata, ricca, saporita che mi si presenta agli occhi e a tutto il resto, un passaggio veloce, per nulla completo, ma taccuino di buoni indirizzi sociali, umani. Non esiste luogo ma esperienza quindi, corpo e sensi che agisco si incrociano in un iperluogo che è la strada e la sua prossimità.

Il bando del progetto richiama principi di scambio e valorizzazione culturale, ho partecipato con la volontà di conoscere, e crescere in seno al grande motore della nobile laboriosità umana.

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