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Resistenza tra le rocce. 

Piedi sguarniti sulla costa libera.

Luglio, 2025. 

Succede che vuoi andare al mare e ti chiedono un ingresso, la zona ha un contratto demaniale, se non vuoi pagare puoi comunque arrivare al mare attraverso una zona fitta di rocce alte e frastagliate. 

Siamo a Mondello, attivisti e comitati provano a sfidare il moto spontaneo che si reitera ogni anno; quanta costa rimane libertà a disposizione di chi non vuole usufruire di servizi balneari?

Anch’io partecipo a questa domanda, siamo sull’ultimo tratto del litorale di Mondello a Palermo, oltre la spiaggia. Porto al mare la mia piccola in questa zona splendida, di acque cristalline, meno di un chilometro di costa, è quadro della realtà, ascolto la radio e apprendo che in Italia solo il 20% delle coste fruibili è libero da concessioni, in questo computo ricadono spesso zone inquinate.

Qui è un ammasso di rocce, fitte e ripide, poco importa, un flusso continuo di persone sceglie di farsi strada per fruire il mare in modo libero.

Giovani, turisti e famiglie sfilano davanti ai miei occhi, tanti hanno ciabatte poco adatte allo scopo, bisogna stare attenti, le rocce comandano e non perdonano, la sfida è dura.

Sono gesti di resistenza, li leggo così, il desiderio è forte, un piede mal posizionato e tutto può succedere, il sole picchia, non importa, il mare si deve raggiungere. 

Chiedo a chi incrocio se posso fotografare mentre affrontano le rocce, molti comprendono il motivo. 

Capaci di rivedere comodità e certezze ci si arrocca, accovaccia, si mantiene l’equilibrio, piedi in modalità ancestrale superano anfratti e lame di roccia perché il tempo a disposizione per l’ozio è poco, prezioso, c'è la guerra. 

Per fortuna nessuno si è fatto male.

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