Verde, magenta e nero
2017/2025
 
​Gli incendi senza fine nella macchia mediterranea, il viraggio in verde prova a trasfigurare i luoghi devastati dalle fiamme, una ricognizione botanica e paesaggistica tra illusione e svelamento. ​​
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Francesco Piazza, 2025
Verde, magenta e nero, 2017/2025
Collezione della pinacoteca del Museo Minà Palumbo, Castelbuono, Palermo.
Le ferite inferte dagli incendi ai paesaggi madoniti sono narrate da Alessandro Di Giugno attraverso uno sguardo critico e volutamente provocatorio. Nelle sue fotografie, la tonalità del verde si carica di una potente ambiguità semantica, passando da un sussurro di latente speranza a un’aspra denuncia dello scempio perpetrato. Le immagini, attraversate da una tensione palpabile che coniuga l’estetica dello sguardo all’urgenza etica, trasmutano il dolore in una meditazione di profonda intensità contemplativa. Egli registra con attenzione le cicatrici indelebili impresse dalla mano dell’uomo sul corpo vulnerabile della natura, offrendo al contempo una riflessione sulla sua capacità di opporre resistenza e di innescare, tenacemente, processi di rigenerazione.








